Fantasy
DEMONI BUONI ANGELI CATTIVI
Laura camminava sul vialone della tenuta con le mani in tasca, ogni tanto alzava lo sguardo per vedere a che punto era ma per il resto del tempo teneva gli occhi fissi sulla ghiaia che le passava scricchiolando sotto i piedi.
Ad un certo punto si stancò di quel silenzio troppo rumoroso che alleggiava in quel luogo dimenticato da tutti e tirò fuori dalla tasca sinistra un paio di cuffiette nere, le attaccò al telefono, le indossò e fece partire la musica, un ritmo incostante veloce e staccato dal mondo le rimbombava nelle orecchie, le parole della canzone che stava ascoltando in quel momento l’avevano distratta dalla realtà facendola cadere in una specie di sonnambulismo che lei credeva il modo migliore per dimenticare i problemi.
Alzò ancora una volta lo sguardo per vedere quanto distava il cancelletto della casa, si bloccò di colpo, aveva percorso sì e no mezzo chilometro ma la meta era sempre lontana uguale, le corte guglie di ferro erano ancora un lontano ricordo e i pomelli d’ottone luccicavano nella sua mente come un sogno irrealizzabile.
-Cosa succede come mai ti sei bloccata?- chiese una voce dietro di lei che sembrava conoscere già la risposta, Laura si tolse le cuffiette stoppò la musica e si voltò, un ragazzo alto vestito di bianco la stava fissando, nel volto del giovane risplendevano due vispi occhi verdi come l’erba in primavera,
-e tu chi sei?- chiese curiosa la ragazza che per tutto quel tempo non l’aveva notato –potremmo dire che sono la persona che ti serve Laura- il ragazzo la guardò in attesa di uno Shock che però non ebbe luogo
-come fai a conoscere il mio nome?- chiese Laura ancora più curiosa, molte altre persone si sarebbero fatte prendere dal panico ma lei no a lei piacevano i misteri ma non aveva mai avuto l’occasione di viverne uno se non nei suoi più oscuri sogni, -io so tutto di te, ti ho visto nascere………… e ti vedrò morire- il ragazzo fece una breve pausa e poi concluse la frase –per mano mia- rise, Laura arretrò di scatto ma lui fu più veloce di lei e la colse alla sprovvista facendola entrare in un mondo che non era il suo.
Si risvegliò in un’arena, il terreno sotto di lei non era sabbioso ma era una sostanza impalpabile eppure dura una specie di vetro fantasma, intorno a lei si erano radunati miliardi di angeli e demoni seduti su spalti grigi come le nuvole cariche di pioggia.
Ai due lati del campo sedevano due figure dalla straordinaria bellezza, il re del paradiso e il dittatore dell’inferno, Laura si alzò in piedi e un giovane demone le si avvicinò porgendole una spada dalla lama lucente, lei la prese senza esitazione come se conoscesse quelle armi da sempre e si specchiò nel filo, l’immagine che vide non fu quella che conosceva, i capelli mori erano raccolti in una coda e indossava una tunica bianca, dalla schiena le spuntavano due ali da pipistrello del medesimo colore, non lo fece apposta ma qualcosa le impose di sollevare l’arma in alto per poi conficcarla nel terreno, appena la lama squarciò il suolo il lato dietro di lei sussultò e iniziò ad acclamarla.
Poi entrò in campo l’avversario, lei sobbalzò, il ragazzo che l’aveva portata lì l’avrebbe sfidata, indossava una maglietta nera e dei pantaloni violacei strappati in fondo, dalla schiena gli spuntavano due ali da angelo opache, un ciuffo di capelli corvini gli ricadeva davanti all’occhio destro, lui sorrise poi presa la sua spada dorata la sollevò e la piantò nel terreno, un’urlo si librò dalla platea, l’angelo aveva accettato la sfida.
Un fischio squarciò l’aria, lui le si avventò contro ma la ragazza parò il colpo con una maestria che non avrebbe mai creduto di possedere, le due spade cozzarono e la terra tremò, l’angelo si librò in volo e Laura fece lo stesso, si sentì a proprio agio in mezzo alla corrente che formava l’aria ma non ebbe tempo per godersi l’attimo perché il ragazzo ritornò all’attacco, le due spade scintillarono e il cielo sopra di loro si divise in due metà, dalla parte di Laura era sorta la notte mentre dalla parte dell’angelo si trovava il giorno, le spade cozzarono molte volte e spesso il colpo era sferrato dal ragazzo poi per un secondo gli occhi di lei s’illuminarono di una luce oscura , era stanca, ormai stavano combattendo da un’ora e il peso della spada e dei colpi la stava straziando, raccolse le sue ultime forze e si avventò contro il ragazzo, le spade si scontrarono, nel cielo risuonò un rombo, quasi il lamento di un gigante, poi l’angelo vacillò sotto la grinta del demone, la respinse aiutandosi con le ali, i capelli corvini gli si erano appiccicati alla fronte e luccicavano impregnati di sudore , poi il colpo di grazia, la ragazza non gli diede il tempo di riprendere fiato, sprigionò una magia mai vista, tutta l’arena venne avvolta da una luce nera che aveva origine dal cuore della spada, l’impugnatura pulsava, il demone era diventato una sagoma bianca più candida della neve e della tunica di Dio, l’arma venne sollevata, poi la lama fendette l’aria e cozzò contro la spada che l’avversario aveva alzato per parare il colpo, la lama oro si ruppe diffondendo una luce contrastante, l’angelo si ritrovò l’arma nemica puntata al collo.
Poi il fischio, la ragazza aveva vinto, l’angelo si librò in aria trasformandosi in un essere deforme che si avvicinò al Diavolo, Lucifero lo accarezzò e lo ripose in uno scrigno poi sparì insieme a tutti gli altri demoni, l’arena adesso era vuota per metà; Laura fu portata in trionfo davanti a Dio che, stringendole la mano fra le sue, le disse – sapevo che non ci sarebbe stato demone migliore di te per salvare il regno dei cieli- la ragazza incrociò gli occhi del Signore –Lucifero aveva indetto una lotta, per il dominio del Paradiso, io avrei dovuto scegliere un Demone e lui un’ Angelo ma come sempre ha barato e ha portato con se un essere mostruoso direi quasi impossibile da battere, però tu ce l’hai fatta e noi te ne saremo riconoscenti per sempre- Dio sorrise poi schioccò le dita e Laura si ritrovò nel suo letto in camera sua, avrebbe potuto pensare che fosse stato tutto un sogno ma al polso trovò un braccialetto con tre campanelline, lo scosse e il suono richiamò alla sua mente un grazie magico.